Pagine

NATI PER ESPLORARE!

-Dott.ssa Valentina Trapanà- 
“Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone” John Steinbeck
Un viaggio, un lungo viaggio in cui conoscere, imparare, scoprire ed…esplorare! E’ questo che fa il Piccolo Principe.
Così mi sono chiesta; ma chi è l’esploratore?!?
La prima immagine è quella di un uomo, vestito di abiti comodi, con cappello in testa e uno zaino pieno di attrezzi: borraccia, bussola, cartina e torcia.
Ma quindi, esplorare è ad uso esclusivo dei “grandi”? O lo possono fare anche i bambini, come il nostro Piccolo Principe?
In realtà tutti noi, da bambini, siamo stati degli esploratori; infatti intorno ai 6-14 mesi tutti abbiamo attraversato una vera e propria fase di esplorazione.
A questa età, il bambino inizia ad osservare il mondo intorno a lui, ne è incuriosito, attratto, e vorrebbe andare per scoprire ciò che lo circonda. È però combattuto perché questo suo desiderio, oltre a frenesia gli fa provare anche tanta paura; per un mondo e per sensazioni a lui ignoti. Se da un lato infatti non vede l’ora di allontanarsi dalla mamma per esplorare, dall’altro sa che con lei sta tanto bene, e non se ne vuole distaccare.
Si ritrova così a dover affrontare un conflitto, e le due alternative sono: rimanere nel piccolo pezzo di mondo conosciuto e sicuro per lui, ovvero quello vicino ai genitori, oppure lanciarsi nella scoperta e rischiare.
A far pendere l’ago della bilancia da un lato o dall’altro sono proprio i genitori, che con i loro messaggi, trasmessi a livello verbale e non verbale, possono incoraggiare o intimidire l’ esplorazione del bimbo.
L’esperimento del “Precipizio Visivo” di Gibson, è stato messo a punto nel 1960 per spiegare delle altre teorie psicologiche, ma credo che possa essere esemplificativo anche del comportamento dei bambini durante l’esplorazione.
Il bambino si trova a gattonare su una lastra di vetro piana, sotto la quale c’è un pavimento a scacchi bianchi e neri che ad un certo punto simula un precipizio. In prossimità del precipizio i bambini, percependo un pericolo, si fermano.
A fare la differenza, è il comportamento delle madri, che guardano il bambino standogli di fronte:
se la mamma si dimostra in ansia e preoccupata, il bambino avvertirà di non poter superare l’ostacolo e dunque di non poter seguire il suo impulso di esplorare l’ambiente a lui sconosciuto. Dedurrà dunque che il suo desiderio non è ok, che genera preoccupazione nella mamma, e dunque giungerà alla conclusione che per poter stare entramb
i bene, lui deve restarle vicino.
Di contro, se la mamma per prima avrà fiducia nelle capacità del figlio, si dimostrerà serena e sorridente riguardo le nuove esperienze che egli si appresterà a fare, trasmetterà al figlio che è ok il suo desiderio di esplorazione, fornendogli il permesso di fare esperienze nuove e che lei sarà lì a sua disposizione qualora il piccolo esploratore ne avesse bisogno.
Che il nostro Piccolo Principe abbia avuto dei genitori che gli hanno sorriso quando aveva ancora pochi mesi?!?!


Nessun commento:

Posta un commento