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ANSIOLITICI: SI O NO?!?



-Dott. Alessandro Ingrosso-
I farmaci ansiolitici vengono utilizzati nel trattamento dei sintomi dell’ansia mentre quelli ipnotici nel trattamento dell’insonnia.
Sebbene gli obiettivi clinici dei due interventi siano diversi, si utilizzano gli stessi farmaci per entrambi gli scopi. Infatti i farmaci ansiolitici spesso causano un certo grado di sedazione e di sonnolenza, caratteristica che rappresenta uno dei principali svantaggi nell’uso di tali prodotti. Inoltre, ad alte dosi tutti questi farmaci provocano perdita di coscienza ed eventualmente morte per depressione respiratoria e cardiovascolare.
In commercio esistono diverse specialità di “facile” prescrizione e tra queste quella di maggiore interesse è rappresentata dalle benzodiazepine, il gruppo di farmaci ansiolitici più venduti in farmacia.
I principali effetti delle benzodiazepine sono localizzati a livello del sistema nervoso centrale, e sono costituiti da: riduzione dell’ansia, sedazione e sonnolenza, riduzione del tono e del coordinamento muscolare, effetto anticonvulsivante. Tuttavia questi farmaci possono determinare un aumento dell’irritabilità e dell’aggressività in alcuni soggetti, soprattutto con l’utilizzo di quei farmaci che hanno una breve durata d’azione. Questo effetto sembra essere una manifestazione della sindrome di astinenza che insieme alla tolleranza (cioè un graduale aumento della dose necessaria per produrre l’effetto richiesto) creano problemi nei pazienti che vogliano sospendere l’assunzione giornaliera di benzodiazepine.
Per questo motivo gli effetti collaterali non sono da sottovalutare se si considera che negli ultimi anni il commercio di farmaci ansiolitici è cresciuto notevolmente. Infatti mentre prima venivano utilizzati soprattutto dagli anziani nel trattamento dell’insonnia, oggi sempre più persone relativamente giovani si avvicinano a tali farmaci con l’intento di trovare una soluzione a basso costo all’ansia provocata dai problemi della vita quotidiana. Cresce infatti la vendita di “Alprazolam”, “Lorazepam”, “Diazepam”, …,  sostanze che provocano un effetto benefico iniziale, ma che con l’uso prolungato determinano una dipendenza non irrilevante. Per fortuna il commercio di tali farmaci è strettamente vincolato alla prescrizione medica, una forma di controllo che tuttavia in alcuni casi presenta qualche lacuna dovuta alla facile prescrizione.
Il mio consiglio è di avvicinarsi con molta cautela a tali farmaci e, prima di iniziare il trattamento con gli ansiolitici, di pensare a soluzioni alternative...
… che ne dite di una bella chiacchierata con uno psicologo? Sicuramente non crea tolleranza e dipendenza.    



Alessandro Ingrosso: Laureato in chimica e tecnologia farmaceutiche presso l’Università di Bari, è iscritto all’ordine dei farmacisti della Puglia. Attualmente lavora in farmacia, dove si occupa anche delle preparazioni galeniche.   

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