Dott.ssa Daniela Zaza
E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.
-Albert Einstein-
Sono poche le persone disposte a
riconoscerla e solo perché fa paura. La malattia mentale è difficile da
prevenire perché quando iniziano a comparire i primi sintomi, solitamente prima
dei quindici anni, genitori, amici e insegnanti spesso rifiutano di vederla e
di chiamarla col suo nome.
Questo silenzio, nasce dal
pregiudizio comune nei confronti del disturbo psichico ed è il primo ostacolo
alla prevenzione e all’assistenza del soggetto malato.
Il pregiudizio viene definito
come un giudizio anticipato e senza un adeguato approfondimento, è un’opinione
comune e spesso errata, che porta ad avere comportamenti negativi ed ingiusti.
Quando si parla di patologia mentale, il pregiudizio si fa ancora più marcato
perché la malattia mentale è una realtà poco conosciuta e quindi scomoda e si
cerca di nasconderla sia agli altri che a se stessi.
Così, la persona che soffre di
una malattia mentale si trova a dover combattere da un lato, l’esperienza della
malattia e la conseguente sofferenza, menomazione e disabilità che questa
comporta, e dall’altro le reazioni dell’ambiente sociale e il pregiudizio che
circondano i disturbi mentali; è quindi fondamentale per una persona con una
malattia mentale, essere prima di tutto accettata e capita dalla propria
famiglia e dall’ambiente sociale nel quale vive.
L’organizzazione Mondiale della
Sanità ha individuato i pregiudizi più diffusi che impediscono i processi
terapeutici e ostacolano un adeguato inserimento in società dei malati mentali:
·
pericolosità:
si ha paura ad entrare in rapporto con una persona malata di mente perché c’è
la convinzione che questa sia violenta, aggressiva e possa farci del male.
Senza ombra di dubbio vi sono i casi in cui l’alterazione mentale è
accompagnata da atteggiamenti violenti e scatti d’ira, ma bisogna ricordare che
spesso questi atteggiamenti sono la conseguenza di una grande sofferenza e una
paura difficile da controllare. Alcuni dati statistici affermano infatti che
violenze, aggressioni e omicidi sono presenti in egual misura tra la
popolazione “normale” e quella dei pazienti psichiatrici;
·
incomprensibilità:
vi è il rifiuto a comprendere i pensieri e le emozioni spesso bizzarri dei
malati mentali, senza pensare che quelle stranezze, in realtà, hanno tutte un
significato preciso. Spesso si rinuncia a capire ciò che è troppo diverso da
noi, eppure cercare di capirli e comunicare con loro, potrebbe essere il primo
passo per superare il pregiudizio di questa malattia;
·
incurabilità:
la credenza che tutti i malati di mente siano “spacciati” è sicuramente il
pregiudizio più dannoso, poiché toglie la speranza al malato e alla sua
famiglia, compromettendo così il cammino terapeutico. Riconoscere
tempestivamente la malattia e liberarsi dei pregiudizi infatti contribuisce
notevolmente a migliorare la vita delle persone con una malattia psichiatrica;
·
organicità:
questo pregiudizio nasce dall’idea che la malattia mentale sia dovuta
esclusivamente a una lesione o alterazione del cervello e che possa essere
perciò curata solo farmacologicamente e con il ricovero: “la psicoterapia, per
i malati gravi, è del tutto inutile!”. In questo modo si rischia di
generalizzare ed estendere a tutti i disturbi mentali ciò che è vero solo per
alcuni. Anche per porre fine a questo pregiudizio, al giorno d’oggi si possono
distinguere diverse branche specialistiche in grado di capire l’origine della
malattia mentale: la psicologia, che studia la mente e il suo funzionamento, la
neurologia che si occupa del sistema nervoso centrale e periferico e la
psichiatria che si occupa dei disturbi mentali. Superare questo pregiudizio
vuol dire capire che la vita psichica non è solo il riflesso del funzionamento
di organi, ma è anche lo specchio della vita dell’individuo, con tutte le sue
gratificazioni e le sue delusioni.
Da questi elementi è facile
intuire che per limitare il pregiudizio e la discriminazione sarebbe importante
che ci fosse una maggiore informazione e una migliore conoscenza da parte del
pubblico riguardo alle cause e alle possibili cure della malattia psichiatrica.
Un’azione informatrice e formatrice dovrebbe riguardare soprattutto i ragazzi,
ad esempio con progetti mirati all’interno delle scuole.
La sensibilizzazione verso i
disturbi psichiatrici è necessaria per limitare al massimo la stigmatizzazione
e permettere così ai malati e alle loro famiglie di sopportare meglio la
sofferenza; l’assenza di pregiudizi garantisce al malato di vivere una vita
dignitosa e di godere appieno e senza vergogna di tutti i diritti e i privilegi
riservati alla persona malata.
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