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Il lavoro nobilita l'uomo e lo rende libero

Dott.ssa Pamela Sparacino
Lavoro è vita, lo sai, e senza quello esiste solo paura e insicurezza.
                                                                                                                                              John Lennon

Negli ultimi anni ho lavorato presso un servizio che si occupa di inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio, in particolare con persone con situazioni di disagio psichico. In Italia i servizi che si occupano di inserimento lavorativo sono abbastanza diffusi, grazie anche all'esistenza di alcuni decreti legislativi, in particolare la legge 68/99 che tutelano il diritto al lavoro del disabile. Lo scopo di questi servizi è quello di creare un percorso che permetta alle persone in difficoltà di trovare un impiego lavorativo e di riappropiarsi del loro posto in società, in particolare per coloro che a causa di questi disturbi hanno perso il contatto con la realtà.
La domanda che potrebbe sorgere spontane a è, perchè viene presa in considerazione proprio l'attività lavorativa come strumento per favorire una ripresa di contatto con la società? Pensiamo al significato che ha il lavoro nella società contemporanea, questo viene inteso come un insieme di valori, culturalmente condivisi che si pongono alla base della costruzione dell’identità professionale e sociale. Sono due i significati di fondo del lavoro: quello sociale (interpretazione e valutazione degli oggetti lavorativi, desiderabilità, etica) e quello individuale (soddisfazione di bisogni, investimenti, ricavi).
Nella nostra società quindi quando una persona lavora non compie solo un insieme di automatismi psicomotori (competenze tecnico professionali) ma è chiamato a sviluppare una complessa attività relazionale (competenze trasversali) fondata sulla capacità proprio di assumere un ruolo.
Il ruolo lavorativo quindi non si acquisisce solo nel momento in cui si entra in un ambiente lavorativo, è il risultato di un processo che coinvolge una serie di aspetti come: la strutturazione del tempo, l'apprendimento di regole di comunicazione, l'analisi della percezione che la persona ha della realtà in cui si trova e dei suoi vissuti emotivi, l'analisi della motivazione, la capacità di accettare le gratificazioni, oltre che l'apprendimento di specifiche abilità tecnico-pratiche.
Tutti questi aspetti vanno tenuti in considerazione nella realizzazione di un inserimento lavorativo, in quanto, non solo sono gli aspetti che veicolano la relazione della persona con l'ambiente di lavoro, ma sono anche gli aspetti su cui si basa la struttura identitaria della persona. Le persone con disagio psichico trovano nell'attività lavorativa la soddisfazione di alcuni bisogni fondamentali, la fame di stimoli e la fame di riconoscimenti relative alla soddisfazione di bisogni di tipo sociale, la fame di struttura relativa al bisogno di dare una struttura alle ore di veglia. Dalla relazione lavorativa la persona quindi non solo apprende un mestiere ma struttura e rafforza la sua identità.
In conclusione favorire e promuove l'inserimento lavorativo di persone con disagio psichico è importante per il mantenimento della salute mentale delle persone, li rende partecipi della società, aumenta l’autostima, offre l’opportunità di relazionarsi con gli altri e struttura lo scandire della vita quotidiana. Il lavoro è inoltre uno dei modi più efficaci per contrastare l’esclusione sociale di persone che soffrono di malattia mentale dalla loro comunità di appartenenza e per aiutarli nel loro processo di guarigione.

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