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Se i genitori sono squilibrati, i figli troveranno un equilibrio?


Dott.ssa Francesca Ferronato

Una famiglia disequilibrata o disfunzionale  è una famiglia in cui un conflitto, comportamenti scorretti e manifestazioni patologiche si verificano continuamente e regolarmente, portando gli altri membri ad accettare tali azioni come "normali". In un ottica complessa, in cui non è facile capire cosa è “normale” e cosa non lo è,  possono i bambini appartenenti a queste famiglie trovare un equilibrio?
Nella famiglia e in particolare nel rapporto con le figure genitoriali  il bambino apprende modelli di relazione, credenze sul mondo e stili di comunicazione. Dalla nascita sino all’età adulta, sotto l’influenza familiare l’individuo incorpora valori e convinzioni che, svolgono la cruciale funzione di aiutarlo a costruire una propria personalità distinta e autonoma rispetto a quella familiare. Per alcuni bambini, queste influenze comportano enormi sofferenze che sfociano in comportamenti disfunzionali o disturbi di personalità.
Sebbene i figli soffrano e mostrino la loro sofferenza per la situazione della famiglia patologica, non osano e non possono staccarsi dalla relazione, devono quindi adattarsi e accettare per rimanere nel nucleo familiare. Accettare una simile condizione significa sminuire i propri sentimenti e le proprie sensazioni, i bambini traducono questi disagi attraverso sintomi somatici come enuresi o disturbi della condotta che li allontanano ancora di più dal mondo dei coetanei e accentuano il legame malato con i genitori.
In un interessante ricerca svolta da Fava Viziello, Disnan e Colucci è stato analizzato il percorso evolutivo di 76 minori, appartenenti a 50 famiglie di cui almeno uno dei genitori è stato diagnosticato e curato dai servizi psichiatrici come psicopatico o portatore di gravi disturbi. Dalla ricerca ne è nato un libro in cui si intrecciano le difficili storie di tanti bambini accomunate da una triste  realtà: essere nati in una famiglia non in grado di prendersi cura dei propri figli.
Le storie riportate sono forti e drammatiche ma la ricerca mette in evidenza come non ci sia una correlazione diretta tra la gravità della patologia del genitore e le ripercussioni patogene della relazione con il figlio e come sia possibile favorire un buon processo evolutivo attraverso interventi puntuali indirizzati a uno o più membri della famiglia. Nei casi presentati lo sviluppo positivo è stato favorito dall’allontanamento dei minori dalla famiglia, una sorta di rottura di una catena che imprigionava non solo il genitore disfunzionale ma anche i figli. Questo distacco è molto difficile in particolare perché queste famiglie si fondano su segreti e non detti che portano i bambini ad essere timorosi nei confronti del mondo esterno e ad unirsi maggiormente al nucleo familiare.
Rompere queste catene significa rompere i segreti e i “non detti” che hanno accompagnato la famiglia per anni aiutando i minori o gli adolescenti a cercare un nuovo cammino e un nuovo e diverso equilibrio.

2 commenti:

  1. Interessante... Come si chiama il libro a cui si fa riferimento? La ringrazio

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  2. Il libro a cui faccio riferimento è "Genitori psicotici" di Fava Viziello, Disnan e Colucci. Ed. Bollati Borighieri.
    E' un testo molto interessante e che apre molti spunti di riflessione!
    Buona lettura!

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