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Immigrazione e Diritto



Irene Rosolen



Immigrazione e diritto è un tema talmente ampio, complesso, articolato e tecnico da non poter essere affrontato in un breve articolo di fine anno. Difatti i rami giuridici, e i campi ad essi strettamente correlati, che vengono coinvolti dal fenomeno dell’immigrazione sono molteplici: il diritto della famiglia, la politica di sicurezza interna, il diritto penale, il ricongiungimento famigliare, i diritti fondamentali dell’uomo, la politica dei visti, la normativa nazionale e la normativa europea. Questo breve scritto ha pertanto il modesto ed unico intento di fornire al lettore alcuni spunti per un’eventuale personale riflessione su o approfondimento di uno dei tasselli che compongono il binomio immigrazione e diritto all’interno del territorio europeo, il nostro.



L’enciclopedia Treccani definisce l’immigrazione come “in generale, l’insediamento di uomini in paesi diversi da quello in cui sono nati, per cause naturali o politiche; può essere di massa o d’infiltrazione, secondo che le unità che si spostano comprendano varie migliaia di individui oppure siano di scarsa entità […]. Con significato più specifico, l’arrivo e lo stabilirsi, nel territorio di uno stato, di lavoratori stranieri”. Semplificando: esseri umani che si spostano da un paese ad un altro. Semplificando ulteriormente: un cambiamento. Un cambiamento che, in quanto tale, porta con sé aspetti positivi (opportunità di scambio, confronto e miglioramento), ma altresì aspetti negativi (maggiore criminalità, sfruttamento, insicurezza).



L’Unione Europea è ben consapevole di tutto questo e, forse prima di ogni altro stato che la costituisce, ha compreso come la migrazione internazionale possa contribuire alla propria crescita economica sia direttamente, con la prosperità interna che si raggiunge grazie al fattore di scambio umano ed economico, e sia indirettamente, grazie alle risorse offerte ai migranti e ai loro paesi d'origine, contribuendo così al loro sviluppo e all’ampliamento della loro rete commerciale. Tuttavia, l’Unione Europea è anche convinta che quanto sopra possa essere un beneficio solamente se si riesce a gestire la migrazione in maniera tale da tenere conto delle capacità d'accoglienza dell'Europa sul piano del mercato del lavoro, degli alloggi, dei servizi sanitari, scolastici e sociali, proteggendo i migranti dal rischio di sfruttamento da parte di reti criminali. L’Unione Europea pertanto, in maniera razionale, intelligente e, perché no, egoistica, ha intrapreso una serie di iniziative volte a cogliere tutti i vantaggi dell’arrivo di cittadini extra-europei all’interno del proprio territorio e, allo stesso tempo, volte a garantire la sicurezza interna e il rispetto dei propri principi e valori. L’Unione Europea è altresì cosciente di non poter intraprendere scelte unilaterali e che ogni sforzo per creare una politica comune in materia di immigrazione risulterebbe inutile se non si prendessero in considerazione le singole situazioni dei paesi dell’Unione Europea (UE) e se non si ponesse in essere una collaborazione tra i paesi e le istituzioni della UE. Pertanto il 17 giugno 2008 la Commissione Europea emana una comunicazione intitolata “Una politica d’immigrazione comune per l’Europa: principi, azioni e strumenti” e rivolta al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Tale comunicazione prevede dieci punti su cui fondare una politica comune e illustra le azioni necessarie per la loro attuazione.



I dieci punti che fungono da principio guida per la politica comune europea in tema di immigrazione sono i seguenti:



1. Regole chiare e condizioni di parità

Attraverso la chiarezza, la trasparenza e l’equità, si deve mirare alla promozione dell’immigrazione legale. È necessario quindi garantire la trasmissione ai cittadini dei paesi non appartenenti all’Unione Europea di tutte le informazioni necessarie per l’ingresso e il soggiorno legale nell'Unione Europea e, successivamente, garantire pari trattamento degli stessi rispetto a quelli appartenenti all’Unione Europea.



2. Incontro tra qualifiche e fabbisogno

L’immigrazione per motivi economici deve rispondere a una valutazione comune dei bisogni dei mercati del lavoro dell’Unione Europea. Contemporaneamente, si dovranno rispettare il principio della preferenza dell’Unione Europea, il diritto dei paesi dell’Unione Europea di determinare le quote di ammissione e i diritti degli immigrati.



3. L’integrazione è la chiave per il successo dell’immigrazione

Occorre promuovere l’integrazione, rafforzando la partecipazione degli immigrati, sviluppando la coesione sociale e l'approccio alla diversità nelle società di accoglienza.



4. Trasparenza, fiducia e cooperazione

È indispensabile seguire principi di solidarietà, reciproca fiducia, trasparenza, condivisione delle responsabilità e impegno comune dell’Unione Europea e dei suoi paesi.



5. Uso efficace e coerente dei mezzi disponibili

Le particolari sfide cui devono far fronte le frontiere esterne di alcuni paesi dell’Unione Europea vanno considerate all'interno di un contesto finanziario.



6. Partenariati con paesi non appartenenti all’UE

L‘immigrazione deve essere parte integrante delle politiche esterne dell’Unione Europea. È necessario promuovere la cooperazione in relazione a tutti gli aspetti delle questioni migratorie, in collaborazione con i paesi non appartenenti all’Unione Europea.



7. Una politica dei visti al servizio degli interessi dell’Europa e dei suoi partner

Una politica comune dei visti dovrebbe agevolare l’ingresso dei visitatori legali nel territorio Unione Europea e rafforzare la sicurezza interna e dovrebbe essere fondata sull’uso di nuove tecnologie e sulla condivisione delle informazioni tra i paesi dell’Unione Europea.



8. Gestione integrata delle frontiere

Occorre rafforzare la gestione delle frontiere esterne e sviluppare politiche di controllo frontaliero.



9. Intensificare la lotta contro l'immigrazione illegale e tolleranza zero per la tratta di persone

È necessario sviluppare una politica coerente di lotta, e attuare misure, contro l’immigrazione illegale e la tratta di essere umani.



10. Politiche di rimpatrio sostenibili ed efficaci

Le misure di rimpatrio sono una componente indispensabile della politica dell’Unione Europea in materia di immigrazione. Vanno evitate le regolarizzazioni su larga scala di immigrati illegali, pur lasciando aperta la possibilità di singole regolarizzazioni.



A tale comunicazione sono seguite altre comunicazioni e programmi sulla scia dei principi di cui sopra allo scopo di raggiungere, in tema di immigrazione, une reale ed efficace politica comune che è una meta che non è ancora stata pienamente raggiunta. A questo punto sarebbe interessante comprendere come l’Italia abbia concretamente risposto ai principi indicati dall’Unione Europea, ma questo è un altro capitolo che lascio a voi approfondire o meno.


Irene Rosolen
Dopo aver conseguito la laurea specialistica in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Padova, svolge la pratica professionale presso uno studio legale di Vittorio Veneto. Successivamente decide di affrontare una nuova avventura, tutt'ora in corso, iniziando a lavorare come giurista d'impresa preso l'ufficio legale interno di un'azienda che si occupa di ristrutturazione e restauro di beni architettonici ed artistici.

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