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L' avventura di Pinocchio

Dott.ssa Chiara Ghizzardi

« C'era una volta...
- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
No ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno. »

Così inizia il romanzo di Collodi “Le avventure di Pinocchio”, storia il cui significato psicologico ha portato molte e svariate riflessioni.
Pinocchio, protagonista della storia, affronta una serie di avventure che lo portano a mettere in discussione dapprima gli insegnamenti del padre, poi sé stesso fino ad arrivare a compiere una vera e propria trasformazione. Le riflessioni che vorrei proporvi partono dall’idea che Pinocchio affronti in queste avventure un viaggio che lo porta alla sua crescita personale e alla sua individualizzazione, dopo essersi confrontato e ribellato con le regole e le norme del padre e della società.
L’eroe di questa storia, come tutti saprete, è un burattino, che prende vita da un pezzo di legno intagliato da Geppetto, che sarà per lui un padre.
L’aspetto da burattino può essere anche visto come una maschera, che indossiamo da bambini, quando ancora non sappiamo chi siamo e impersonifichiamo l’educazione e le aspettative dei nostri genitori. Nel suo percorso di crescita, caratterizzato inizialmente dal suo bisogno di ribellarsi alle regole imposte prima dal padre e poi dalla società, Pinocchio incontra e si confronta con vari personaggi.
Il Gatto e la Volpe possono essere considerati come portatori di aspetti interni all’eroe stesso, rappresentando  i suoi bisogni, le sue parti più inconsce e oscure, che lo portano a trasgredire alle regole. Il confronto con questi due personaggi lo mette in difficoltà, perché lo pongono di fronte ad aspetti poco conosciuti e chiari per lui, allo stesso tempo gli consentono di conoscere meglio questi aspetti e di abbandonare il lato più innocente dell’infanzia, seppur provando dolore e fatica.
Il Grillo Parlante è la voce della coscienza interna di Pinocchio: è il suo Super-io, simbolo dei valori morali internalizzati, che gli ricordano cosa si deve fare in determinate circostanze.
La Fata Turchina è la parte femminile, che Pinocchio fatica a immagazzinare come sua parte. Il nostro eroe infatti non ha una mamma e incontra la fata solo in poche occasioni. Inoltre in un momento si ribellione e trasgressione per lui è difficile integrare anche l’aspetto più caldo e accogliente della fata, essendo la sua personalità ancora in fieri.
L’episodio in cui viene ingoiato dalla balena racconta il momento di crisi, di buio, che potrebbe essere considerato tipico il periodo critico dell’adolescenza. Il padre non lo può aiutare e deve trovare la forza di uscire da questo momento da solo, contando sulle sue risorse, analizzando le sue vere motivazioni al cambiamento. Vi è, quindi,  un passaggio generazionale in cui  non è più il padre ad aiutare il figlio, ma è Pinocchio a prendersi cura del padre. Questo passaggio indica la maturazione e l’individuazione di Pinocchio fa si che la Fata Turchina compia simbolicamente quanto avvenuto in lui stesso: trasformandolo da burattino a bambino vero, togliendogli la maschera e svelando il suo vero sé.
Concludendo si può dire che grazie ai personaggi che incontra e alle storie che attraversa, Pinocchio trasforma il suo mondo interiore. In un’alternarsi continuo tra il bene e il male, tra ciò che è moralmente giusto e ciò che è immorale e sregolato, Pinocchio rappresenta tutti quei ragazzi non più bambini e non ancora adulti, la loro irrequietezza e la loro fragilità, ma anche l’esuberanza e l’attitudine al sogno.

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