Pagine

GEPPETTO: UN PADRE SINGLE!


-Dott.ssa Valentina Trapanà-

“Non è difficile diventare padre; essere padre, questo è difficile” (Wilhelm Busch)
E’ sorprendente quanto le favole raccontate ai bambini possano avere degli innumerevoli spunti di riflessione sulla realtà e quanto da esse si possa imparare. Ed è singolare come anche le favole più antiche, come quella di Pinocchio scritta nel lontano 1883, possano essere incredibilmente attuali!
Uno dei personaggi presenti è Geppetto, un povero falegname che intaglia il suo burattino da un unico pezzo di legno, ma che, pur essendo l’artefice dell’intera storia, rimane in una posizione marginale.
Già, rimane in disparte; eppure se non ci fosse stato lui, Pinocchio non sarebbe esistito!
Per anni, la nascita di un figlio si è ritenuto essere un evento che coinvolgesse pienamente la madre, sia fisicamente che psicologicamente, mentre il padre aveva il ruolo di un osservatore esterno.
Soprattutto negli ultimi anni, si è dato un nuovo valore alla paternità, intesa come il processo che porta l’uomo a diventare e a sentirsi padre; e finalmente anche l’uomo può avere un ruolo più attivo nei confronti del proprio bambino.
Pur non essendo aiutato da cambiamenti corporei, anche il padre inizia a sentire la vicinanza emotiva con il figlio già durante la gravidanza, al punto che inizia a fantasticare su di esso “Che nome gli metterò-disse fra sé e sé- lo chiamerò Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna”.
La nascita del figlio coincide dunque con la nascita del padre, che inizia ad instaurare per la prima volta una relazione interpersonale con suo figlio e che sempre più prepotentemente assolve a funzioni che prima erano ritenute esclusivamente materne “Pinocchio aveva le gambe aggranchite e non sapeva muoversi, e Geppetto lo conduceva per la mano per insegnarli a mettere un passo dietro l’altro”.
Soprattutto con un figlio maschio, come nel caso di Pinocchio, è fondamentale la relazione di gioco che si instaura tra genitore e figlio. Il gioco del padre è infatti caratterizzato da fisicità; dal prendere il bimbo, farlo saltare in aria; tutte modalità che sono il preludio delle relazioni che egli avrà con i pari una volta divenuto ragazzo. Inoltre, rispetto alla madre, il padre prende in braccio il figlio quasi esclusivamente per giocarci assieme, e questo è un aspetto specifico della loro relazione.
Crescendo tutti i figli hanno bisogno di regole, non fosse per altro che per non rispettarle!! E spesso questo è un compito che spetta ai padri, che hanno bisogno di mostrare la loro autorevolezza, in questo ruolo ingrato ma fondamentale per il corretto sviluppo dei figli “Allora lo prese per la collottola e mentre lo riconduceva indietro gli disse tentennando minacciosamente il capo: Andiamo subito a casa. Quando saremo a casa non dubitare che faremo i nostri conti!”.
Se in passato il padre aveva il ruolo del capofamiglia, la persona più vecchia e autoritaria che provvedeva al sostentamento economico dei suoi cari, senza lasciarsi coinvolgere dagli aspetti sentimentali ritenuti competenza del femminile, oggi sempre più si è impossessato del suo ruolo a tutto tondo, quindi riesce, come Geppetto, ad essere una guida per il figlio, ma anche a sostenerlo emotivamente e a dargli la vicinanza affettiva di cui egli ha bisogno “Da principio voleva dire e voleva fare, ma poi quando vide il suo Pinocchio sdraiato a terra e rimasto senza piedi allora sentì intenerirsi e presolo subito al collo si dette a baciarlo e a fargli mille moine”.
Ed è inutile sottolineare quanto avere un buon rapporto con un padre capace di ascoltare e di comprendere, lo aiuti a sviluppare una sana sessualità e a confidare ansie, paure ed esperienze in tal campo.
Il potente e gratificante ruolo di padre, è quello di traghettare il suo cucciolo, dalla tenera età all’età adulta, accudendolo e punendolo, coccolandolo e consigliandolo, affinché guardandosi indietro ormai adulto possa dire “Com’ero buffo quand’ero un burattino! E come ora son contento di essere diventato un ragazzino perbene!”.
Ciò permetterà ad entrambi, di creare una relazione indissolubile, anche quando i ruoli di padre e figlio saranno cambiati …  “Datemi la mano, babbino, e badate di non sdrucciolare!... Montatemi a cavalluccio sulle spalle e abbracciatemi forte forte. Al resto ci penso io”.


Nessun commento:

Posta un commento