Dott.ssa Pamela Sparacino
I
grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai
si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: "Qual
è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa
collezione di farfalle?" Ma vi domandano: "Che età ha?
Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?" Allora
soltanto credono di conoscerlo.
Antoine-Marie-Roger
de Saint-Exupéry
La storia del Piccolo
Principe è una storia per grandi e piccini ma è anche un racconto
autobiografico. L'autore Antoine De Saint-Exupéry attraverso la
storia del protagonista, il Piccolo Principe, racconta di se bambino
e delle sue esperienze con gli adulti.
Saint-Exupéry nasce
29 giugno del 1900, a Lione, da una famiglia aristocratica: suo padre
Jean era ispettore delle assicurazioni e sua madre Marie (1875-1972),
pittrice di talento. Orfano di padre a soli quattro anni, fu
amorevolmente cresciuto dalla madre che si sposta a Le Mans, nel
1909. Ebbe un'infanzia molto felice, forse un po' troppo viziata,
nella grande dimora di Saint Maurice de Rémens, di stile classico al
centro di un parco di abeti e tigli: un piccolo principe, appunto.
Leggendo la fiaba scritta
da Saint-Exupéry accompagniamo il Piccolo Principe/ Saint-Exupèry
nel viaggio alla scoperta dell'amicizia, l'affetto, la fiducia ma
anche la vanità, l'egoismo, la morte.
Nello scrivere il libro è
come se l'autore avesse cercato di elaborare i sui vissuti interni in
relazione al rapporto con la madre, madre che alcuni biografi
dell'autore descrivono come capricciosa ed incostante e che ha
cercato sempre di tenere il figlio legato a se, e che si incarna
simbolicamente nella figura della rosa. Ed è proprio la rosa il
primo personaggio che si incontra nel libro e che con il suo
comportamento porterà il protagonista a prendere una decisione
dolorosa ma necessaria per poter crescere e prendere coscienza di se,
la decisione di intraprendere un viaggio.
Ma il libro non è solo
il tentativo dell'autore di raccontare il rapporto con la madre ma
anche il tentativo di spiegare la difficoltà che molte volte i
“grandi” trovano nell'essere degli adulti felici. Il protagonista
considera gli adulti incapaci di guardare oltre al loro ruolo, come
il re e l'uomo d'affari, li considera troppo presi da loro stessi
come il vanitoso o irrigiditi in schemi vecchi che non gli
permettono di esprimersi liberamente come il geografo, il lampionaio
e l'ubriacone. Tutti questi sono adulti che si sono scordati della
parte più autentica di loro stessi, ci ricorda questo anche la
dedica della favola che l'autore rivolge ad un suo amico Léon
Werth , ma non la fa all'amico adulto, bensi' all'amico bambino, è
una dedica retroattiva, gli dedica una fiaba che parla dell'infanzia
perdurante in ogni eta'.
Questi sono solo alcuni
degli spunti che la storia del Piccolo Principe suggerisce, chiunque
decida di leggere questa favola imparerà una cosa importante che
molti dei significati di questa storia sono nascosti e si
percepiscono solo con il cuore perchè come disse la volpe
“l'essenziale è invisibile agli occhi”.
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