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VADO DALLO PSICOLOGO


Dott.ssa Alice Fusaro


Telefonare per  un primo appuntamento è la parte più difficile!


“ho deciso, ora chiamo…
ma posso aspettare…
chiamo tra un’ora…
 ma va bene anche domani…
ma forse è meglio che me la risolvo da me questa cosa…
 No, no ora chiamo e basta….
Però che ansia, il cuore mi batte forte…
chissà se risponde….
Ora chiamo!!
Pronto?”


Telefonare per  un primo appuntamento è la parte più difficile!
“ho deciso, ora chiamo…
ma posso aspettare…
chiamo tra un’ora…
 ma va bene anche domani…
ma forse è meglio che me la risolvo da me questa cosa…
 No, no ora chiamo e basta….
Però che ansia, mi sudano le mani e ho la bocca secca…
chissà se risponde….
Ora chiamo!!
Pronto?

Ci sono molti fattori che bloccano a chiedere aiuto ad uno psicologo. Il primo è legato al pregiudizio che sia il dottore che cura i matti, per cui se si va dallo psicologo vuol dire essere gravi e deliranti. Questo non può essere più sbagliato! Il disagio può presentarsi in numerosissime forme, da quelle più accettate socialmente a quelle più discriminanti. Per esempio si tende a valutare differentemente una persona che piange per la perdita di un famigliare e una persona che piange perche non è in grado di riuscire ad avere una relazione affettiva. Sono entrambi due disagi che possono essere vissuti con la stessa intensità anche se a livello sociale una situazione viene più giustificata rispetto all'altra.
Un altro fattore che può bloccare è l'aspetto economico. Anche questo può essere superato informandosi sui servizi offerti. Lo psicologo dei servizi pubblici (ASL o CPS) varia da 40 a 60 euro per un ciclo di 8 incontri. I cicli possono essere consecutivi. Lo psicologo privato invece varia dai 40 ai 140 euro per colloquio. Già alla prima telefontata è bene informarsi sul costo del professionista per poter avviare un percorso consapevoli anche della spesa. I tempi di attesa cambiano per un primo appuntamento: da un privato la lista d'attesa è spesso breve mentre nei servizi pubblici è piuttosto lunga, mentre riguardo la continuità e la frequenza con cui si va dallo psicologo, nel pubblico il personale può cambiare e non sempre è possibile riuscire ad andare tutte le settimane, mentre nel privato è più semplice avere maggiore continuità della terapia. Un vantaggio del pubblico riguarda la spesa contenuta e un'eventuale lavoro di equipe con più figure professionali.  Quello che è importante è verificare che il professionista sia iscritto all'albo Nazionale degli Psicologi, purtroppo ci sono anche degli impostori che si fingono tali!
Un altro consiglio è quello di verificare che il professionista sia anche specializzato presso una scuola di psicoterapia riconosciuta dal Ministero dell'istruzione, dell'Università e Ricerca (MIUR) perchè c'è una differenza tra psicologo e psicoterapeuta. Lo psicologo ha conseguito la laurea in psicologia mentre uno psicoterapeuta oltre alla laurea ha conseguito una scuola quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia.

Ritorniamo alla domanda iniziale: quando andare dallo psicologo?
Nella vita avvengono cambiamenti importanti, eventi particolarmente stressanti, dolorosi e difficili da fronteggiare che mettono a dura prova il benessere della persona la quale cerca di destreggiarsi con tutte le risorse a disposizione per uscire dal disagio velocemente. Quando si è di fronte a delle situazioni così ingombranti possiamo avvertire un disagio psicologico, relazionale e anche fisico che può limitare la serenità personale.
Cambiamenti o tappe importanti della propria storia come interrompere una relazione, sposarsi, avere figli, cambiare lavoro, affrontare una malattia o un lutto, sono eventi spesso vissuti con sentimenti spiacevoli come tristezza, rabbia, colpa, vergogna, pensieri ricorrenti. Il disagio può manifestarsi attraverso  l’ansia, l’ umore basso, i disturbi alimentari, i disturbi psicosomatici, la difficoltà nel relazionarsi e comunicare con gli altri (nella coppia, nell’ambiente lavorativo, nelle relazioni amicali, in famiglia), ecc.
In questi momenti spesso ci si sente incastrati nella situazione, senza via di uscita, si svalutano le proprie risorse e capacità sperimentando sofferenza, paura, stress che alimentano il disagio e rendono difficile risolvere efficacemente la situazione da soli.
In questi casi è utile chiedere aiuto ad uno psicologo.

Il lavoro dello psicologo è quello di accompagnare la persona in difficoltà lungo un percorso che le consente di arrivare ad avere un’articolata visione della realtà, con nuovi mezzi interpretativi, facilitando l’evoluzione e il cambiamento.
Per la persona, riuscire a vedere il problema con occhi diversi vuol dire già cambiare, poiché questo implica un diverso modo di rapportarsi alla situazione. 
In terapia si cerca di coinvolgere e stimolare le persone a un livello sia emotivo sia cognitivo affinché possano ampliare la loro visione delle cose, che tende a essere forzata, limitata e rigida nel momento in cui si affrontano situazioni personali problematiche, dove l’oggettività e la flessibilità vengono a mancare.
Lo strumento primo dello psicologo per raggiungere questo obbiettivo sono, allora, le domande.
Porre domande attiva il processo di pensiero. E non sono importanti tanto le risposte, quanto il fatto che una persona ci pensi, che rifletta e studi modi altri di vedere il problema, cominciare a fare collegamenti tra i diversi eventi e persone, riconoscere le discrepanze esistenti.

Chiedere aiuto non è un segno di debolezza o di scarsa indipendenza, ma indica, anzi, la volontà di chiarire e raggiungere i propri obiettivi.

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