Dott.ssa Pamela Sparacino
“…Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che
ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza.
Farsi primavera significa accettare il rischio dell’inverno. Farsi
Presenza, significa accettare il rischio dell’Assenza.”
Antoine
de Saint-Exupéry
L’assenza, la perdita e l’abbandono sono esperienze che ogni
individuo affronta nell’arco della propria vita e rientrano tra le
esperienze di vita che fanno più paura. La paura dell’abbandono è
fondamentalmente
il timore di rimanere soli, a
livello più profondo è la paura di non esistere se non rispecchiati
dalla persona amata.
Nel
momento in cui un rapporto finisce ci sembra di non esistere o di non
valere, questo ci fa sentire incapaci di affrontare la vita da soli.
I vissuti depressivi che caratterizzano la fine di una relazione
hanno a che fare con l’elaborazione del lutto. Il lutto si
struttura in 5 fasi:
Fase
della negazione o del rifiuto;
caratterizzata dall'uso del meccanismo di difesa della negazione,
la persona ritiene impossibile di avere davvero subito quella
perdita. Questo processo di rifiuto può essere funzionale per
proteggere la persona da un’eccessiva ansia di morte/separazione e
gli permette di prendersi il tempo necessario per organizzarsi.
Fase
della rabbia; è successiva alla negazione, in questa fase iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia
e paura; la frase più frequente è “perché proprio a me?” È
una fase molto delicata dell’iter psicologico e relazionale, rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di
massima richiesta di aiuto, ma anche il momento del rifiuto, della
chiusura e del ritiro in sé.
Fase
della contrattazione o del patteggiamento;
in questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di
fare, ed in quali progetti può investire la speranza. In questa
fase, la persona riprende il controllo della propria vita, e cerca di
riparare il riparabile.
Fase
della depressione; rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere
consapevolezza delle perdite che sta subendo.
Fase
dell’accettazione; quando il soggetto ha avuto modo
di elaborare quanto sta succedendo intorno a lui, arriva ad
un’accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di
quanto sta per accadere o è accaduto; durante questa fase possono
sempre e comunque essere presenti livelli di rabbia e depressione,
che però sono di intensità moderata.
Quando lasciamo
passare il tempo necessario perché la ferita si rimargini ci possiamo anche
accorgere che il distacco è stata una ricchezza, che ci ha fatto
crescere, ci ha fatto capire più cose, ci ha fatto vedere il mondo
con altri occhi, ci ha offerto più opportunità. Può quindi
rappresentare uno stimolo verso situazioni nuove, di cui non dobbiamo
avere paura.
Però c’è anche un altro lato della medaglia, in
alcuni casi la paura della separazione e dell'abbandono è così
forte che si comincia a non volere più nessuno accanto, per evitare
di essere abbandonati. Si tratta di persone talmente terrorizzate
all'idea di essere abbandonate e di trovarsi incapaci di governare le
emozioni, che preferiscono anticiparle. Se sono loro stesse a
provocare il distacco, hanno la sensazione di poterlo governare
meglio. In questo caso bisogna capire cosa c'è sotto la paura
dell’abbandono, potrebbe essere che nel percorso di vita la persona
abbia affrontato perdite reali, come lutti,
traslochi, divorzi ecc., bisogna tenere in considerazione qualsiasi
situazione in cui si percepisce una reale o presunta interruzione del
contatto emotivo che potrebbe attivare la paura dell’abbandono.In questi casi è
possibile guarire da questa paura familiarizzando e rendendosi
consapevoli dell’esistenza di questa vulnerabilità;
considerando questo nucleo una parte di se stessi da salvaguardare e
proteggere. In queste situazione potrebbe essere utile fare
un salto nel passato e indagare quali sono le
circostanze
infantili che possano aver portato alla nascita della paura
dell’abbandono, inoltre
potrebbe essere utile osservare gli attuali sentimenti di abbandono.
Spesso chi vive la paura dell’abbandono rifugge la
solitudine, per questo è prezioso imparare a sopportarla, per
apprezzarla poi successivamente. Inoltre è importante
imparare a non rinunciare alla propria identità all’interno di una
relazione affettiva. Quindi, contrariamente a quello che si pensa
essere in relazione con qualcuno non significa essere dediti
all’altro in maniera totale, ma essere inclini a se stessi.
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