
Vorrei proprio approfondire
quest’ultima emozione: la paura.
Il termine paura è usato per una
delle emozioni fondamentali (insieme a tristezza, gioia, disgusto e rabbia)
comuni all’uomo e a numerose specie animali. La paura può avere intensità
variabili. Quando è meno intensa viene definita inquietudine, esitazione,
timore e preoccupazione. Quelle più intense sono l’ansia, la fobia, il panico e
il terrore. Entrambe vengono scatenate da eventi percepiti come realmente
pericolosi per l’incolumità personale o immaginati come tali e si accompagnano
ad una serie di reazioni fisiologiche molto comuni come sudorazione,
l’accelerazione del battito cardiaco, il pallore del volto ecc…
I bambini piccoli spesso si
spaventano per stimoli intensi come un rumore forte, il dolore, il buio… Quando
i bambini crescono queste paure possono essere legate a oggetti di fantasia
come la paura dei mostri, fantasmi, streghe ecc… Oppure vengono indotte dai
genitori: alcuni bambini hanno paura delle stesse cose di cui hanno paura i
genitori, ad esempio la paura di volare, dei ragni, dei ladri, ecc.. ma non per
questo meno intense di altre. Quando il bambino va a scuola le paure iniziano a
riguardare gli aspetti sociali, paura della maestra, di litigare con i
compagni, paura di prendere un brutto voto. In adolescenza, invece, la paura
più frequente è quella di non piacere e di non piacersi, con la conseguenza di
non venire accettato dal gruppo e rimanere soli.
Gli adulti, che sono stati a loro
volta neonati, bambini e adolescenti, hanno un bagaglio storico di paure.
Alcune evolvono e vengono superate dalla maggior parte delle persone (paura del
buio) altre vengono mantenute (paura dei ladri).
Spesso l’oggetto a cui è rivolta
la paura non è di per sé spaventoso. La nostra mente sposta una paura molto
forte su qualcosa che possiamo controllare e gestire. La paura di morire è
difficile da gestire e controllare, ma se la paura stessa è rivolta all’idea di
volare posso controllarla non prendendo l’aereo. In questo modo ci difendiamo
da una situazione molto difficile da affrontare sostituendola con qualcosa di
psicologicamente più “semplice”.
Spesso dietro alle emozioni
spiacevoli come la tristezza, la rabbia e la paura stessa si trova un bisogno
che non viene soddisfatto. Non è semplice spiegare questo concetto e per questo
proverò ad aiutarmi con un altro esempio. Una persona può avere paura di
parlare in pubblico e per questo evita tutte le situazioni in cui c’è questa
possibilità, oppure quando parla si agita e finisce per sentirsi fortemente a
disagio. Questa fobia sociale può nascondere la paura che la propria immagine
non sia adeguata alla situazione. I motivi possono essere diversi, ma possiamo
ipotizzare che questa persona abbia il bisogno di accrescere la propria
autostima.
Alcune emozioni, soprattutto se
spiacevoli, possono creare disagio, ma questo non significa che siano cattive.
Possono essere un modo per comunicare alla propria consapevolezza un bisogno
legittimo della persona. La paura può essere vista come un limite ma può darci
l’opportunità di conoscere una parte di noi stessi che fino a quel momento
ignoravamo.
Nessun commento:
Posta un commento