
Eppure da un punto di vista
psicologico la menzogna è una tappa importante dello sviluppo evolutivo
dell’infante. Questo perché nei primi anni di vita il bambino mente… non
sapendo di mentire! Fino a sei, sette anni infatti il bambino utilizza la bugia
come un gioco, le parole vengono utilizzate come una sorta di bacchetta magica
che serve per cancellare i misfatti combinati (“non sono stato io a prendere la
cioccolata” dice il bambino con la bocca ancora sporca). Le parole diventano la formula con cui dar
corpo ai loro desideri e trasformare il “per finta” in “per davvero”. Il
bambino infatti, consapevole di aver commesso un azione che potrebbe far
arrabbiare la mamma, cerca di rimediare negando la realtà, come se questa in
qualche modo si cancellasse rendendo la famiglia felice. Oltre a “cancellare” la realtà la bugia ha
anche lo scopo di crearne una altenativa: ecco quindi che il gatto diventa il
colpevole se non anche l’amico immaginario (http://psicomaps.blogspot.it/2012/07/un-amico-invisibile.html). Attribuendo la colpa ad una persona o oggetto esterno i bambini
dirottano anche la parte negativa di sé che li ha fatti comportare male,
ritornando così ad essere il “bambino buono” tanto amato e coccolato dai
genitori. Da un punto di vista evolutivo
inoltre la frottola consente al bambino di capire di avere la possibilità di
pensiero diversa dai propri genitori, ossia la possibilità di avere una propria
idea, mentre nei primi anni di vita l’infante non è in grado di differenziare
il sé dall’altro, è convinto quindi di poter “pensare i pensieri dell’altro” e
viceversa.
Da questo punto di vista si
comprende quindi l’importanza per il bambino di esprimere la propria opinione
anche sotto forma di bugia. Quando allora la bugia diventa problematica???
Man mano che crescono i bambini
si rendono conto che non bastano le parole per cancellare o mutare la realtà e,
aspetto più importante, rafforzano il senso di sé, acquistando maggiore fiducia
nelle proprie capacità e comprendendo l’importanza dell’assumersi delle
responsabilità. In questo modo il bambino impara ad accettare che in lui ci può
essere una “parte cattiva” ma che questa non è totalitaria e che può essere
migliorata attraverso i suoi atteggiamenti o comportamenti. Se dopo i 7 anni la
bugia rimane ugualmente la strategia elettiva del bambino è importante indagare
quali sono le paure che lo spingono a mantenere attivo questo comportamento. Le
paure possono essere esterne: paura della punizione, del castigo, della
sofferenza dei genitori, o interne: paura di non essere all’altezza o di essere
troppo cattivo o inadeguato. La menzogna diventa quindi una difesa a tutti gli
effetti, diventa la modalità per creare il “figlio ideale” tanto cercato dai
genitori o anche per sentirsi all’altezza dei compagni. Tra le bugie dei
bambini infatti non ci sono solamente quelle di discolpa (“non sono stato io”)
ma anche quelle megalomani (“mio papà ha una macchina che va a 300 km/h” o
ancora “una volta ho saltato da un muretto di 10 metri e non mi sono fatto
niente”) in questi casi il desiderio è creare un immagine soddisfacente di sé e contrastare il proprio senso di inferiorità
e l’insicurezza ad esso collegata.
Infine tra i modi di modificare
la realtà troviamo anche le bugie consolatorie. In questo caso i bambini
provano un senso di infelicità, la sensazione di non essere realmente
apprezzati per quello che sono e che possono dare. Decidono allora di
consolarsi con la fantasia. La differenza con la megalomania è data dal fatto
che il bambino cerca di convincere prima sé stesso e poi gli altri, ha bisogno
di credere che la realtà sia diversa da quella che sta vivendo concretamente. Bugie
consolatorie sono spesso utilizzate dai bimbi quando i genitori si separano, in
questo caso la fandonia assume il valore di una sorta di preghiera affinchè i
fatti che stanno accadendo si possano modificare.
Alla luce di quanto riportato si
può comprendere come diversi tipi di bugia assumano sempre un significato
ulteriore, questo non significa che devono essere tollerate o incentivate ma è
molto importante indagare e analizzare con i bambini il perché di queste bugie,
comprendere cosa sperano di modificare o di vedere con questo strano strumento.
In questo modo è possibile ascoltare davvero il bambino e aiutarlo a far
emergere un senso di sé più integro che gli consentirà di essere sincero.
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